Ore 10.50 Driiin driiiiiin. "Mac?" "Masssssììììì". Lo confesso, ogni tanto scappa anche a noi. Come il pollo di Rinaldo in quel di via Pergolesi (le cagliaritane capiranno), come il pane del Fornaio di via Tuveri, che non tenti nemmeno a resistere alla tentazione perchè sarebbe un'offesa, ebbene anche il bistrattato Mac D ha il suo fascino. E un cantuccino nelle nostre scappatelle culinarie. Una volta al mese, no more. Perché non c'è solo il big panino, ma anche le big patatine (inutile implorarli vi prego, piano col sale, pianooooo. Non vi daranno retta), e dai anche una little salsa e una - quella per forza - big Coca. Da restare secchi per il pomeriggio intero. A meno che al rientro a casa non si mangi un chilo di macedonia (senza zucchero, naturalmente). Non scioglierà i grassi arrembanti sulle cosce, ma allevieremo un pochino i sensi di colpa.
Bene, una settimana fa avevo voglia di Mac ma, a scongiurare la tentazione, per caso tutti gli ingredienti si trovavano direttamente a casa mia. Tranne le patatine, perché tutto davvero non si può e ultimamente si friggono solo le sebadas (rifuto cotture alternative). Ebbene, tra anelli di cipolle, salsine e ketchup, più qualche foglia di lattuga tanto per iniziare l'azione di autoconvincimento che vitamina scacci trigliceridi, ecco il nostro fast food at home.
Il mio cheeseburger ha una variazione che farà inorridire i puristi, ma ancora inebriata dai fumi fontineschi valdostani, una bella fetta di toma ha sovrastato l'hamburger. Non va bene? Era buono, e questo mi basta :-)
Certo che, se scardinata dai luoghi comuni e rivisitata in chiave light, la cucina americana ha bontà da vendere. Nell'attesa che mi decida a sacrificare il 3x2 di Philadelphia a favore della mia prima cheesecake, e che la mia zia canadese si decida a trascorrere qualche giorno qui, ho scoperto un blog a tema che è una meraviglia http://www.unamericanaincucina.com/, curato dalla bravissima Laurel Evans che, per la mia gioia, ha sfornato anche più di un testo illustrato a tema.
Buon appetito, America! (Gli illustrati)
Edito da Guido Tommasi, è un viaggio nei sapori e nelle tradizioni della cucina statunitense che l'autrice, texana da tempo residente in Italia, ha compiuto personalmente attraversando coast to coast gli Stati Uniti. Confido che la libreria più vicina a casa lo faccia arrivare al più presto. Quella torta di Nonna Papera deve materializzarsi al più presto sulla nostra tavola!!!
GNAM!!!
RispondiEliminaGiulia!
Tu di grassi sulle cosce ne sai, eh?!?
RispondiElimina;)
Carino questo post! e...gnammi, quanto affonderei i dentoni in quella morbidezza!!!
RispondiEliminaBaci!
noooo sei un genio... pensavo che solo qui in collegio si facessero queste cose!!! Devi provare allora i panini del caddozzone... serata da caddozzi: panino del caddozzone, hamburger del Mac (oppure prova anche le varianti in stile Old Wild West) e patatine... altro che trigliceridi poi... però dai una volta all'anno si può fare ;)
RispondiEliminaTogli gli anelli di cipolla che mi fanno stare male... e arrivo!!
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